{jcomments on}Castellammare del Golfo (Casteddammari in siciliano) è un comune italiano di 15 250 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia. Basa la sua economia sul turismo e, meno che in passato, sulla viticoltura e la pesca. Di particolare interesse la rievocazione storica, che si celebrava ogni due anni, dell'attacco al porto da parte degli inglesi, sventato, secondo la leggenda, dall'arrivo della Madonna di l'assicursu (Madonna del Soccorso). La cittadina sorge alle pendici del complesso montuoso di Monte Inici e dà il nome all'omonimo golfo prospiciente il castello, delimitato a est da capo Rama e a ovest da capo San Vito. Castellammare nasce come Emporium Segestanorum (porto della vicina Segesta, in greco Αἰγεσταίων ἐμπόριον; il termine empòriondesignava nel Mediterraneo antico una località marittima adibita allo scarico, al deposito e alla vendita di merci) e fino all'arrivo degli Arabi la sua storia si identifica con quella della città elima. Si ipotizza che l'emporio esistesse già a partire almeno dagli inizi del V secolo a.C. Testimonianze in tal senso si ricavano sia dagli scritti di Erodoto sia da quelli di Diodoro Siculo e di Tucidide, che a proposito della spedizione ateniese in Sicilia del 415 a.C., più volte parla di navi che andavano o venivano da Segesta. A fare esplicito riferimento al porto segestano sono però Strabone, nella sua Geografia, e il geografo Tolomeo, che tuttavia dà un'errata collocazione del sito, forse per un mero errore materiale nella trasmissione del testo. La stazione di sosta Aquae Perticianenses presente sull'Itinerarium Antonini sarebbe, per alcuni studiosi, identificabile con Castellammare la quale, in età tardo romana, avrebbe assunto questo nome in seguito al declino di Segesta e al conseguente sviluppo come località autonoma.
Poco dopo l'unità d'Italia, il 30 giugno 1861, veniva introdotta anche in Sicilia la leva obbligatoria. La norma era odiata dai siciliani poiché da un lato non erano abituati all'arruolamento obbligatorio che sotto i Borbone-Due Sicilie non esisteva, dall'altro costringeva i giovani a stare sette anni lontani dalla loro casa. Molti, non ottemperando all'obbligo, si nascosero sulle montagne che circondano la cittadina. Il 2 gennaio del 1862, circa 400 giovani capeggiati da due popolani (Francesco Frazzitta e Vincenzo Chiofalo), innalzando una bandiera rossa, entrarono in paese e assalirono l'abitazione del Commissario di leva e l'abitazione del Comandante della Guardia Nazionale, trucidando i commissari governativi e bruciando le loro case.
La rievocazione storica |
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La leggenda narra che il 13 luglio del 1718 (periodo nel quale la cittadina si trovò coinvolta nel conflitto tra Filippo V Re di Spagna e Vittorio Amedeo II di Savoia per il possesso della Sicilia) un bastimento spagnolo per sfuggire a cinque navi inglesi trovò rifugio nel porto di Castellammare. Dal Castello furono sparati dei colpi di cannone in direzione delle navi inglesi a difesa di quella spagnola scatenando la furente reazione degli inglesi. Fu in questo frangente che i castellammaresi spaventati invocarono l'aiuto della Madonna (a Maronna di l'assuccursu). Essa apparve dal monte prospiciente il porto con una schiera di angeli. Gli inglesi spaventati dalla visione lasciarono il porto e la battaglia. |
La reazione dei piemontesi si ebbe il giorno successivo quando da due navi da guerra sbarcarono alcune centinaia di bersaglieri. Nei rastrellamenti che seguirono, l'esercito regio trovò solo un gruppetto di persone, estranee alla rivolta. Furono fucilati:
- Mariana Crociata cieca, analfabeta, di anni trenta;
- Marco Randisi di anni 45, storpio, bracciante agricolo, analfabeta;
- Benedetto Palermo di anni 46, sacerdote;
- Angela Catalano contadina, zoppa, analfabeta, di anni cinquanta;
- Angela Calamia di anni settanta, diversamente abile, analfabeta;
- Antonino Corona, diversamente abile di anni settanta;
- Angela Romano di 9 anni.[13]
Si trattò di una vera e propria ribellione dei filo-borbonici contro i “Cutrara”, cioè contro quei liberali che combattendo i Borbone, tramite la censuazione dei beni ecclesiastici, si erano impadroniti della coltre del potere. Il termine “cutrara”, infatti, fa riferimento a coloro che si dividono la “coltre” del dominio che i piemontesi chiamarono “mafia”, ma a cui si appoggiarono per mantenere un presunto ordine pubblico.
Il brigantaggio
Come in altri luoghi della Sicilia, Castellammare fu teatro di attività di brigantaggio. La figura più nota di brigante fu quella di Pasquale Turriciano (così è trascritto negli atti di stato civile, mentre in atti processuali e giornali del tempo si trova scritto anche come Torregiani o Turrigiano). Turriciano fu attivo dal 1863/1864 sino al 10 marzo 1870, giorno in cui fu ucciso in un conflitto a fuoco con la forza pubblica. Nato il 20 settembre del 1841 a Castellammare del Golfo, rifiutò di farsi arruolare nella leva obbligatoria e probabilmente fece parte della rivolta del 1862, partecipando in seguito a episodi di resistenza armata contro le truppe piemontesi. Nella narrazione popolare delle sue gesta la figura di Turriciano viene descritta come coraggiosa e eroica e degna di ammirazione.
La Madonna della Scala |
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La chiesa della Madonna della Scala è una piccola chiesa sulla parete prospiciente il porto. La leggenda narra che il 7 settembre 1641, verso sera, si scatenò un temporale. |
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture civili
- Palazzo Crociferi, antico convento dei padri di San Camillo di Lellis detti padri crociferi per la grande croce rossa che i padri camilliani portano sul loro abito religioso, oggi sede del Municipio, costruito nel 1659 assieme alla chiesa S.Maria degli agonizzanti (la chiesa di lu cummentu) adesso adibita a Sala consiliare.
Architetture religiose
- Chiesa Madonna del Rosario. Si trova all'interno del borgo adiacente il castello e si ipotizza sia stata eretta in periodo normanno intorno all'anno 1100. La chiesa, molto piccola, presenta un portale con un bassorilievo della Madonna col Bambino con i Santi ed il Crocifisso, attribuita al Gagini. All'interno, in un angolo, è presente una Madonna Nera con bambino (Madonna di l'agnuni).
- Chiesa del Purgatorio. Risalente alla fine del Trecento, ha al suo interno pregevoli opere pittoriche del seicento e del settecento.
- Chiesa Madre (La Matrici), Nata sulle fondamenta di una chiesa precedente, la sua costruzione inizia nel 1726 e il luogo apre al culto dieci anni dopo. Ha tre ordini di navate, custodisce la statua maiolicata rappresentante la Madonna del Soccorso della seconda metà del Cinquecento, affreschi di Giuseppe Tresca (si ipotizza anche la partecipazione di Giuseppe Velasco) raffiguranti episodi del Vecchio Testamento e un'acquasantiera del Seicento.
- Chiesa Madonna delle Grazie. È degli inizi del Seicento; al suo interno è presente un dipinto del diciottesimo secolo, che raffigura la Madonna col Bambino.
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